sabato 13 agosto 2011

13 14 AGOSTO "MR BEAVER"

Walter Black ha diretto con successo la sua industria di giocattoli e la sua famiglia fino a quando la depressione non lo ha preso in un vortice che gli ha tolto progressivamente ogni piacere di vivere e persino la parola. La moglie ha resistito finché ha potuto, poi è venuto per lei il momento di preservare i figli e spingerlo a cavarsela da sé. Sembrava che Walter non ce l’avrebbe fatta e invece, parlando tramite la buffa marionetta di un castoro nella quale ha infilato il braccio, è tornato in vetta alle vendite aziendali e all’immagine che il figlio più piccolo ha di lui. Ma è davvero Walter che parla, che agisce e reagisce?
Jodie Foster regista ha una carriera breve ma di tutto rispetto, però è con questo film che le cose si fanno interessanti. Costruito come un film classico americano, con i suoi tre atti e i suoi colpi di scena al posto giusto, in realtàThe Beaver contiene una materia coraggiosa e perturbante, che quel tipo di cinema raramente esplora, specie così esplicitamente.
Il protagonista soffre di una malattia scomoda, probabilmente ereditata ed ereditaria, e lungi dal risollevarsi da solo dal baratro, attraverso un moraleggiante ma anche classico percorso dell’eroe, va letteralmente in pezzi. Solo la rinuncia all’american dream dell’impresa gloriosa e individualistica rappresenteranno, infine, una speranza. Se c’è una retorica in Jodie Foster è se mai quella familiarista, che però non è affatto una retorica quanto uno degli oggetti del suo cinema, in continua osservazione e ridefinizione e pertanto più aperto che mai, tutt’altro che ideologico. Oltretutto qui il discorso è più profondo ed è esattamente quello che fa Norah in occasione del suo diploma: tutto è destinato a fiorire, ogni dolore ad essere superato? Everything’s gonna be all right? La risposta stavolta è no, non sempre, o magari a caro prezzo.
L’altro elemento di coraggio, oltre al tema affrontato e a parecchie scelte di regia, è senza dubbio la convocazione di Mel Gibson per il ruolo di Walter “Black”: l’attore, la cui personale e privata dark side è però recentemente affiorata sotto gli occhi del mondo, offre qui una performance davvero generosa e potente, in un ruolo a dir poco complesso.

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